Il Ditale da cucito: storia e utilizzo

Origini e prime attestazioni

Il ditale da cucito è uno strumento il cui inventore preciso resta sconosciuto, ma la sua comparsa è probabilmente molto vicina a quella dell’ago. Le prime menzioni riguardano semplici anelli protettivi, piuttosto che i veri e propri ditali metallici. Già nella Cina degli Han (200 a.C.) e in una tomba scita della Chersonese, si trovano anelli di bronzo usati per proteggere l’unghia durante la cucitura. Greci, Romani ed Egiziani preferivano invece lembi di tessuto o cuoio per proteggere le dita; a Pompei non è stato ritrovato alcun ditale in metallo.

Solo tra il X e il XII secolo compaiono ditali metallici con la sommità coperta: già tra il IX e il X secolo se ne conoscono in Oriente e nella Spagna moresca, mentre in Europa le prime attestazioni in Francia risalgono al XIII secolo. La produzione si sviluppa in Germania e Italia nel Basso Medioevo, con Norimberga che diventa un grande centro fin dal XIV secolo. Gli studiosi francesi rilevano che il ditale “interamente in metallo” esiste almeno dal X secolo. Nel Medioevo i ditali, spesso in ottone o bronzo, venivano realizzati a martello o fusione, e dal XIV secolo iniziano a essere ornamentati e punzonati con motivi decorativi. Il ditale da cucito diventa gradualmente un piccolo oggetto d’arte: il suo periodo d’oro decorativo arriva nel XIX secolo, con modelli in argento e porcellana molto ricercati, pur mantenendo un uso principalmente utilitaristico.

Funzione principale e utilità essenziale

Il ditale da cucito è stato originariamente concepito come strumento di protezione del dito. Indossato sull’indice o sul medio, ossia il dito che spinge l’ago, impedisce che la cruna dell’ago penetri nella polpa del dito, consentendo di cucire in sicurezza e con maggiore precisione.

Nella foto qui accanto a destra, si vede un ditale in oro: la sua superficie martellata (con fossette) è pensata per “trattenere” la cruna dell’ago, proteggendo al contempo il dito.

In pratica, “il ditale da cucito serve a proteggere il dito dalla cruna dell’ago durante la cucitura”. In questo modo si evitano ferite alla mano e si rende possibile l’inserimento ripetuto dell’ago in tessuti spessi (tela, cuoio, velluto…) senza dolore.

Oltre a garantire la sicurezza, il ditale da cucito facilita l’atto stesso di cucire. Permette di esercitare maggiore forza sulla parte metallica dell’ago senza scivolare. Proteggendo il dito, il ditale aiuta a spingere l’ago verticalmente nel tessuto, con un gesto stabile e millimetrato. Nei laboratori di sartoria, il ditale è stato a lungo considerato “quasi indispensabile” per perforare tessuti spessi o cuoio, perché solo questo piccolo “scudo” consente la pressione necessaria.

In sintesi, il ditale svolge diversi ruoli chiave per il sarto:

  • Protezione del dito evitando punture e vesciche

  • Aiuto nella spinta dell’ago attraverso tessuti resistenti come tela, cuoio

  • Precisione del gesto, permettendo di esercitare pressione regolare e controllata sull’ago (la superficie martellata offre una buona presa)

Nel mondo della moda, il ditale ha conservato anche un valore simbolico. Ad esempio, la maison di merceria Sajou propone ditali in ottone dorato decorati con motivi floreali, noti come “ditali delle petites mains”, proprio perché impiegati negli atelier di alta moda parigina.

Questi ditali di prestigio testimoniano l’attenzione dedicata a ogni punto fatto a mano. Ma al di là dell’eleganza, è la praticità a prevalere: ogni sarta mantiene il proprio ditale a portata di mano, nella scatola da cucito o direttamente sull’opera in lavorazione, come mostra chiaramente la foto sottostante.

Ditale a punta chiusa o aperta: usi specifici

Oggi il ditale da cucito esiste in due forme principali: chiuso (sommità completa) o aperto (“ditale da sarto”).

La versione a punta chiusa è la più tradizionale. Copre interamente l’estremità del dito, offrendo una protezione massima. Come spiega un fornitore di strumenti, il ditale chiuso “copre tutto il dito”, permettendo di usare appieno la polpa per spingere l’ago. Le sarte femminili prediligono generalmente questo tipo, poiché possono esercitare la pressione direttamente sulla punta del dito.

La superficie completa del ditale consente di spingere l’ago in verticale e di distribuire correttamente la pressione. Un ulteriore vantaggio è evitare che filo o ago scivolino sul dito. Nell’alta moda e nel ricamo fine, il ditale chiuso resta il modello più diffuso per i punti classici.

Il ditale a punta aperta (detto anche “ditale da sarto”) principalmente utilizzato in sartoria maschile, si distingue per la sua sommità sezionata, che non copre completamente la polpa del dito. Questa apertura lascia libera la punta del dito, facilitando la presa sul tessuto e evitando l’accumulo di calore all’interno del ditale.

Secondo gli esperti, il ditale aperto “lascia scoperta la polpa, offrendo maggiore controllo” durante la cucitura e “previene la sudorazione” in caso di utilizzo prolungato.

Il ditale da sarto è tradizionalmente associato ai sarti maschili, che spesso spingono l’ago sul lato dell’indice, rendendo necessaria la presenza di un ditale aperto. Come sottolinea una guida di sartoria: “la sarta spinge l’ago con la punta del dito (ditale chiuso), mentre il sarto esercita la pressione con il lato del dito (usando quindi un ditale aperto)”

Ogni tipo di ditale ha i suoi usi privilegiati.

Ad esempio, il ditale aperto è comodo per chi preferisce sentire il tessuto sotto la polpa del dito o per chi ha unghie lunghe, poiché consente maggiore destrezza laterale durante la cucitura. Al contrario, per perforare un tessuto spesso o quando si desidera una protezione totale, si preferisce il ditale chiuso.

Le ricamatrici e le sarte delle “petites mains” tendono a optare per il modello chiuso, ritenendo che offra maggiore comfort sulla sommità. In pratica, la scelta tra punta chiusa e aperta dipende dal gesto e dal tipo di lavoro: ciò che conta è che il ditale protegga efficacemente il dito, adattandosi alla tecnica di cucitura impiegata.

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