Quanti punti di ricamo esistono e perché il ricamo è un vero e proprio simbolo di status symbol?
È difficile conoscere con esattezza il numero totale di punti di ricamo esistenti. Si stima che ce ne siano più di un centinaio, forse molti di più.
Questo si spiega con il fatto che ogni tipo di lavoro ricamato, inteso come uno stile o una categoria tecnica (per esempio il ricamo con perline, il ricamo bianco, il ricamo d’oro, lo stumpwork, ecc.), utilizza determinati punti che possono a loro volta essere impiegati in altri tipi di ricamo. Non esiste quindi una lista fissa.
Conviene partire dall’idea che esista un insieme di punti di base, i quali possono essere combinati tra loro per dar vita a nuovi punti. Queste combinazioni sono talvolta considerate «punti complementari».
Per capire meglio, immaginate la teoria dei colori di Johannes Itten. Forse avete già visto quell’immagine in cui, al centro, ci sono i tre colori primari: rosso, giallo e blu. Mescolandoli si ottengono i colori secondari e, continuando a mescolarli, un’infinità di sfumature.
Si può applicare esattamente lo stesso principio ai punti di ricamo.
Per questo motivo è inutile cercare di contare con precisione tutti i punti esistenti: la maggior parte non sono altro che variazioni o combinazioni derivate dai punti fondamentali. E, come dicevo, il numero può anche variare a seconda del tipo di lavoro, o persino in base alle tradizioni regionali o culturali.
Perché queste differenze? Il ricamo come simbolo di status
Fin dalle sue origini, il ricamo non aveva solo uno scopo ornamentale. Serviva ad abbellire superfici, sì, ma anche a segnare eventi religiosi, sacrifici, riti, oppure a distinguere una classe sociale, un clan, un regno.
Il guanto indossato dalla regina Elisabetta II durante la sua incoronazione
Man mano che le società si sono strutturate, in particolare con l’unificazione dei primi Stati, il ricamo è diventato un vero e proprio strumento di identificazione. Permetteva di distinguere un regno da un altro, una classe sociale da un’altra.
Come avrete ben capito, il ricamo aveva un valore simbolico, talvolta persino sacro. Si potrebbe riassumere tutto in un’unica espressione: il ricamo come simbolo di status.
Così, ogni regione, ogni popolo, ogni cultura ha inventato i propri punti, con i propri codici, per rappresentare qualcosa di preciso, che sia un’appartenenza, una funzione o un rango sociale.
Opus Anglicanum: storia, tecnica e fascino
Opus Anglicanum
L’Opus Anglicanum, “opus” dal latino “opera, lavoro” che letteralmente é possibile tradurlo come “opera inglese”, è uno dei vertici dell’arte del ricamo medievale. Nato tra il XII e il XIII secolo in Inghilterra, raggiunge il suo apice nel Trecento, diventando celebre in tutta Europa per la perfezione delle sue composizioni, la ricchezza dei materiali e la raffinatezza delle sue tecniche.
L’Opus Anglicanum si sviluppa in un’epoca in cui la chiesa, le corti e i centri religiosi richiedono paramenti liturgici sempre più sfarzosi. Vesti, casule, paliotti, piviari venivano ricamati con sete pregiate, filati d’oro o d’argento, e spesso impreziositi da perle o gemme. Ben presto questi manufatti non restarono confinati all’Inghilterra: furono richiesti da papi, arcivescovi e committenti aristocratici di Francia, Italia e oltre. Erano oggetti preziosi sia per la funzione liturgica sia come simboli diplomatici.
Lo stile dell’Opus Anglicanum richiama molto da vicino le miniature inglesi e l’architettura gotica dell’epoca. Nei primi esempi si vedono figure allungate, ascetiche, frequentemente poste in riquadri con archi e motivi regolari; poi, man mano che la tecnica si sviluppa, le scene diventano più complesse, con più figure, fondi più elaborati, decorazioni sempre più ricche.
L’uso dell’Opus Anglicanum declinò nel corso del XIV secolo, per motivi multipli: costi elevati, epidemie come la Peste Nera che ridussero la manodopera specializzata, cambiamenti politici e religiosi (come la Riforma che scoraggiava l’ostentazione liturgica).
E oggi?
Oggi il ricamo è utilizzato in modo molto diverso rispetto ai secoli passati. Il supporto è cambiato, ma l’intento resta lo stesso.
Prendete i loghi che vedete su cappellini, t-shirt o persino sulle etichette delle grandi maison del lusso: è sempre ricamo, usato con la stessa intenzione di prima, cioè affermare uno status, un’appartenenza, un’identità.
Il ricamo tradizionale, così come è nato, sopravvive ancora, ma ora è riservato a contesti molto specifici, come le famiglie reali o il Vaticano, in particolare per cerimonie o incoronazioni.